L’Apostolo che fu primo vescovo della Chiesa di Gerusalemme, martirizzato nel 40-42 d.C., è stato, per tutto il Medioevo, il santo dei pellegrini. Ricordiamo infatti il famoso “Camino de Santiago”, le vie d’accesso al Santuario galiziano che attraversavano tutta l’Europa ed erano fortemente frequentate da centinaia di uomini e donne che si mettevano in cammino per devozione, per ex-voto, o per espiazione. Il Monregalese non era su una delle vie al Santuario, che per l’Italia essa passavano più a nord, lungo la Val di Susa, ma le raffigurazioni di Piozzo e di Niella sono segno certo di particolare devozione o sicuramente di ricordo di un pellegrino. Abbiamo un interessante documento del 23 settembre 1244 in cui Antonio Ponzo di Villanova fa testamento e riconosce i beni dotali della moglie perchè: “ volens pergere ad limina beati Jacobi”. S. Giacomo è sempre raffigurato in abiti da pellegrino con il bordone, il petaso e la conchiglia. Anche per San Giacomo abbiamo l’autorevole testimonianza di Jacopo da Varagine che ne narra la vita e più ancora i miracoli compiuti lungo il “Camino”, come il famoso episodio “dell’impiccato e della gallina”. Un giovane pellegrino è accusato di furto dalla servetta di un’osteria e viene condannato alla forca. I genitori, che lo avevano preceduto nel cammino verso Santiago, lo trovano, al loro ritorno, impiccato ma ancora in vita grazie all’Apostolo Giacomo che conoscendo la sua innocenza lo ha sorretto sulla forca impedendo che la corda gli si stringesse intorno alla gola. L’avventura si conclude con il ricongiungimento del ragazzo alla sua famiglia e la punizione della vera colpevole, attraverso il “miracolo della gallina” che, cotta e servita sul piatto di portata, si rizza in piedi e canta di fronte al giudice raccontando la verità. Alla cattedrale di santo Domingo de la Calzada (La Rioja) si custodiscono un gallo e una gallina vivi per ricordare questo miracolo.