La cappella sorge sulla sommità di un colle della Garzegna e rappresenta uno dei monumenti più antichi dell’area monregalese, dopo la Pieve di S. Maria Assunta di Breolungi. Le uniche notizie attendibili sulla cappella sono però dell’epoca moderna. Provengono dal Registro della Contabilità della Parrocchia di S. Giovanni ed Evasio di Carassone ed iniziano nel 1828. La neogotica facciata a capanna è del 1900, con mattoni a vista ed elementi decorativi in cemento. Il nucleo originario del X sec era una struttura ad aula unica con due campate con volta a vela rettangolare separate da un arcone, e con l’arco trionfale e l’abside semi cilindrica coperta con catino a quarto di sfera. In epoche successive furono aggiunti la piccola sacrestia sul lato destro dell’abside, il campanile, l’atrio di ingresso ed un locale accessibile con la scala esterna. L’abside presenta all’esterno, sotto l’aggetto del tetto, il caratteristico motivo ad archetti pensili, e rustiche lesene in pietra appena squadrata; questi motivi si ritrovano anche sui fianchi, seppure alterati dai contrafforti a scarpa in laterizio realizzati a seguito del terremoto del 1896. Rimangono alcune finestre a feritoia dalla forte strombatura, oggi murate.

L’interno presenta una decorazione pittorica gotica ad affresco verosimilmente risalente al Trecento. Sulla parete absidale, sopra lo zoccolo a drappeggio continuo, sono disposti alcuni Apostoli, San Paolo e San Giovanni Battista su fondo blu e verde. Gli Apostoli hanno lunghi abiti a scollo largo che lasciano scoperti solo  i  piedi. I  manti sono arricchiti da decorazioni policrome e chiusi da un fermaglio o appoggiati sulla spalla sinistra. Tutti, eccetto i più giovani, hanno barba e baffi, e tutti tengono in mano un libro, tranne Giovanni il  Battista, il quale si distingue per il clipeo con l’agnello che sorregge sul petto con la mano sinistra. Alcuni sono accompagnati da una iscrizione con l’indicazione del nome, a volte abbreviato, o dall’attributo iconografico che li contraddistingue. Ci sono San Pietro con le chiavi, San Filippo con la croce astile, San Giacomo Maggiore con il bastone del pellegrino e le conchiglie sul manto, San Tommaso con la cintura e San Paolo con la spada con l’iniziale “S” di Saulo. Nel catino trova posto il maestoso Cristo Pantocratore, assiso su un trono impreziosito da gemme, con ricco manto, libro aperto sulle ginocchia e mano benedicente, circondato dai simboli dei quattro evangelisti su fondo blu scuro stellato. Sopra la porta della sacrestia è affrescata una Madonna con Bambino, nell’originale atteggiamento di circondare con il braccio destro le spalle di Gesù, seduto sulle sue ginocchia. Sulla parete laterale destra, nella lunetta sopra la finestra, un affresco più tardo, forse risalente al XVI sec, rappresenta una Natività con il Bambino disteso per terra, tra Maria e Giuseppe inginocchiati in adorazione, su uno sfondo naturalistico. E’ vestita con abito rosa, in parte coperto da un mantello rosso scuro mentre il Bambino ha un abito verde decorato che svela solo un piede e tiene un oggetto tra il pollice e l’indice della mano.