La “Legenda aurea” scritta da Jacopo da Varagine alla fine del XIII secolo costituisce una delle fonti agiografiche più note per la vita di molti santi, tra cui anche San Nazario, vissuto indicativamente fra il 35-37 e il 76 d.C. Nazario è figlio di un nobilissimo giudeo di nome Africano e della beata Perfetta, nobile matrona romana cristiana, battezzata dall’apostolo Pietro. Ciascuno dei genitori cerca di convincerlo della propria fede ma Nazario si converte alla religione cristiana e riceve il battesimo da quel Lino che diventa papa dopo Pietro. Per evitare le persecuzioni anticristiane neroniane fugge da Roma. Dopo dieci anni giunge a Milano da cui viene cacciato dopo aver visitato i santi Protasio e Gervasio imprigionati a causa della loro fede. Continua la peregrinazione tra diverse città, ma viene esortato dalla madre morta a recarsi in Gallia. Mentre si trova a Ginevra una madre gli porta il figlio Celso pregandolo di battezzarlo e di portarlo con sé. Il prefetto della Gallia impedisce loro la predicazione per cui si recano a Treviri dove vengono arrestati e da cui vengono tradotti a Roma. Nerone decide di farli gettare in mare, ma miracolosamente si salvano e approdano vicino a Genova. Dopo aver predicato a lungo tornano a Milano, quindi a Roma al capezzale dell’anziano padre di Nazario ormai divenuto cristiano, quindi nuovamente a Milano, dove subiscono il martirio per decapitazione. Un pio uomo di nome Cerasio si occupa di seppellirne i corpi. Dopo molto tempo, alla fine del IV secolo d.C., Dio rivela al beato Ambrogio il luogo della sepoltura, il quale ritrova i corpi incorrotti e circondati da un alone di profumo dei due martiri, e si occupa della loro traslazione nella chiesa dei Santi Apostoli. L’iconografia di San Nazario lo descrive spesso anziano e barbuto, talvolta con abiti militari o in versione equestre, con la spada e la palma simboli del martirio. In dipinti dell’epoca è, a volte acconciato secondo i dettami quattrocenteschi e abbigliato con moderni ed eleganti abiti cavallereschi.